10 febbraio 2013

A ogni catastrofe segue un periodo di grazia. CdT - parte Seconda

Caro Diario,

proseguiamo qui la descrizione dello scenario iniziata in  il Collasso della Trinacria: uno scenario - parte prima. Nella prima parte abbiamo trattato i temi della Crisi economica e della successiva Guerra mondiale. Qui ci occupiamo del primissimo periodo che segue alla caduta della griglia elettrica.

Queste fasi abbracciano i primi, cruciali, dieci anni del dopo l’ Evento. Nel corso del periodo una consistente parte della popolazione Siciliana rimane vittima della situazione. Le perdite vanno crescendo nei primi 5 anni e iniziano a decrescere nel periodo della rioorganizzazione.

Dopo Evento

L’evento che causa la perdita della rete elettrica porta cosi’ profondi e repentini cambiamenti sociali da  dare inizio ad una nuova era.

Al suo interno possiamo distinguere dei diversi periodi significativi:

  • Periodo di Grazia,
  • Periodo della Realizzazione,
  • Periodo della Disperazione
  • Periodo della Ri-organizzazione.

Il periodo di Grazia

Questo periodo dura per i 3 mesi successivi all’Evento che causa la caduta della griglia elettrica. L’immediata reazione alla mancanza di energia elettrica é di momentaneo panico e di caduta dell’ordine costituito. Il 99% per cento della popolazione é totalmente colta di sorpresa é reagisce istericamente. Il cibo é la prima, evidente, prioritá. La tipica famiglia ha cibo bastante per pochi giorni, gran parte del quale é conservato nel frigorifero. I supermercati si svuotano nelle prime 24 ore post Evento. Coloro che dispongono di contante tentano di pagare ció che prendono. Tuttavia la quantitá di contante é limitata e la gente ha bisogno di provviste. Durante i primi 3 giorni avvengono saccheggi e scorrerie; le forze dell’ordine sono sopraffatte e non riescono ad arginare la popolazione in preda al panico. Nel  corso dei saccheggi numerose persone trovano la morte, sia per effetto della violenza che per i numerosi incendi fuori controllo. La situazione é pggiore nei grandi centri urbani come Catania, Palermo e Siracusa. In particolare le zone dei centri commerciali situate alla periferia delle grandi cittá, sono quelle in cui si verificano gli incidenti peggiori.

La popolazione si calma naturalmente dopo i primi 3 giorni. Superata l’iniziale paura per quanto appena accaduto e vissuto, la maggioranza si oppone al clima di caos. Per il resto del periodo si instaura un clima di collaborazione. Improvvisamente le abitazioni perdono la loro attrattivita’ in quanto sono buie e prive di capacitá comunicative, le vecchie forme di interazione divengono immediatamente piú importanti.   
La gente scende quindi in strada a cercare e a dare informazioni per dare un senso a ció che é successo; accomunata dallo stesso destino, si aiuta a vicenda, vivendo questo iniziale periodo come una sorta di pausa dalla routine della quotidianità. I vicini con cui a stento ci si saluta divengono le piú immediate fonti di aiuto e informazione. Un senso di ritrovata umanitá sembra diffondersi.

Le autorita' esistenti (comunali e di quartiere) tentano di organizzare il flusso di merci e servizi come possono. Tuttavia i loro sforzi hanno successi relativi in quanto le loro strutture organizzative dipendono da sistemi informatici e di comunicazione avanzata.  Si tenta di organizzare un sistema di distribuzione del cibo. la Sicilia viene da una guerra e crisi economica che aveva giá ridotto la quantità dei prodotti disponibili. Nonostante ciò, le scorte sono ancora abbondanti. Le forze dell'ordine intervengono con fermezza e  sequestrano i magazzini nelle zone industriali da distribuire alla popolazione. Un metodo di razionamento viene elaborato: a ognuno che ne faccia richiesta viene fornita una tessera che da diritto a razioni quotidiane. ma il sistema si rivela corrotto fin dall'inizio. Alcuni, pochi, ricevono molte piú razioni di altri. Le clientele e le amicizie sono fondamentali per garantirsi cibo. Mentre le razioni ufficiali si riducono giornalmente, al mercato nero tutte le mercanzie possono essere trovate. Vi é solo il problema di come pagarle. Fin dalle prime settimane, l’euro come cartamoneta inizia a deprezzarsi, l’inflazione cresce fino a quando, alla fine del periodo di grazia, esso non ha piu' nessun valore pratico. Il mezzo piu' diffuso di pagamento e' lo scambio. Metalli preziosi in ogni forma sono accettati, anche i buoni pasto emessi dalle autoritá vengono considerati anche essi come moneta.

la maggior parte della popolazione si ritrova ad essere disoccupata in quanto la maggior parte delle occupazioni smettono di avere senso e in ogni caso non sono retribuite. Coloro che svolgono attivitá di pubblica utilitá continuano a lavorare per senso del dovere. Gli altri si devono reinventare completamente (vedi http://corvide.blogspot.ca/2011/10/10-mestieri-con-un-futuro-opportunita.html per alcune idee su possibili mestieri). La cultura Siciliana dell’artigianato é fondamentale in questo senso e coloro che padroneggiano un mestiere artigianale sono grandemente avantaggiati.  

Come abbiamo visto, le case moderne, senza energia elettrica, diventano poco funzionali e scomode da abitare, non arrivando a soddisfare i bisogni primari di chi vi abita come l’erogazione di acqua potabile. Il sistema fognario non funziona, trasformando in pochi giorni le cittá in cloache in cui le malattie si diffondono. Si assiste ad un primo decentramento dalle città alle zone più rurali e coltivabili. chi si trova ad avere una seconda abitazione in zone mare, campagna o montagna, prova ad organizzarsi per cercare di raggiungere questi luoghi.

I principali mezzi di trasporto sono gli animali da monta o da traino ed i mezzi meccanici non più evoluti di una bicicletta. I pochi generatori a diesel ancora funzionanti vengono sequestrati: sono impiegati a mantenere in vita gli ospedali e per illuminare alcune aree di raccolta durante la notte.

Circa 50.000 persone perdono la vita in Sicilia nei primi tre mesi in seguito agli eventi descritti sopra. Si tratta soprattutto di anziani, e malati gravi che non possono piú essere assistiti. Nonostante tutte queste sventure, la maggior parte della popolazione crede che si tratti di una situazione passeggera. Vi è una fase di attesa  per una soluzione.

Nota sul numero dei decessi

In questo testo affrontiamo il difficile tema di calcolare il numero di morti in uno scenario di collasso sociale estremo. Si tratta chiaramente di stime che servono solo a dare un idea e non devono essere prese alla lettera. Siamo partiti dalla distribuzione della popolazione attuale in Sicilia.

Distribuzione della popolazione 2011 - Sicilia

Età
Maschi
Femmine
Totale
%
%
%
0-4
51,4%
48,6%
245.345
4,9%
5-9
51,4%
48,6%
256.570
5,1%
10-14
51,3%
48,7%
264.017
5,2%
15-19
51,2%
48,8%
301.091
6,0%
20-24
50,9%
49,1%
321.361
6,4%
25-29
50,2%
49,8%
326.148
6,5%
30-34
49,9%
50,1%
343.924
6,8%
35-39
49,4%
50,6%
370.519
7,3%
40-44
48,7%
51,3%
375.854
7,4%
45-49
48,2%
51,8%
369.343
7,3%
50-54
47,9%
52,1%
335.065
6,6%
55-59
47,9%
52,1%
304.406
6,0%
60-64
47,8%
52,2%
301.221
6,0%
65-69
46,9%
53,1%
230.654
4,6%
70-74
45,4%
54,6%
232.120
4,6%
75-79
43,1%
56,9%
199.803
4,0%
80-84
39,7%
60,3%
151.682
3,0%
85-89
35,0%
65,0%
86.725
1,7%
90-94
31,5%
68,5%
25.973
0,5%
95-99
28,2%
71,8%
8.095
0,2%
100+
27,9%
72,1%
1.159
0,0%
Totale
48,3%
51,7%
5.051.075


Negli anni precedenti all’Evento il numero naturale di decessi nella regione era di circa 50.000 l’anno, ovvero 125.000 ogni trimestre.
Come si vede dalla tabella nel 2011 il 24.6% della popolazione siciliana (evidenziato in rosso) ovvero 1.237.000 persone era al di sopra dei 60 anni. Sono questi i piú fragili, fra i quali vi sono piú vittime.  Durante questo primo periodo una percentuale quadruplicata di persone rispetto alla situazione preevento. Si veda anche la conclusione per piú informazioni.

Conclusione