Caro Diario,
come riporta Zero Edge, i famigerati gruppi di "pacifica resistenza civile" che ci hanno regalato in passato l'Ucraina, la Siria e la Libia sono in azione di nuovo. Perfino il nome che usano "primavera di democrazia" richiama la primavera Araba.
Questa volta il nemico non e' un "dittatore in carica", bensi' uno potenziale: il miliardario Donald Trump. L'aspetto ridicolo e' che -come alternativa al volgare magnate - viene proposta una donna sadica, votata alla guerra, corrotta dai miliardi di Goldamann Sachs, moglie di un ex presidente. Contro di lei, criminale di guerra dimostrata, non vi saranno dimostrazioni di massa. Ma Trump non passera', lo dicono i miliardari! Insomma dopo la guerra preventiva siamo arrivati la rivoluzione "just in case".
Ma la vera novita' e' che il terreno di battaglia questa volta non e' un oscuo sono gli Stati Uniti d'America, il cuore dell'impero.
Una strategia del genere, riflette la disperazione di coloro che la stanno proponendo, in quanto ha sempre portato a profonda disgregazione sociale, quando non alla guerra civile.
Il che ci riporta a quanto scrivevamo un paio di anni fa in Updated: Profezie 2014: aggiornamento
mappa dela situazione sul terreno aggiornata al 6 marzo 2016. In nero le zone controllate dall'ISIS.
Caro diario,
I russi tornano a casa, lo ha annunciato ieri il presidente russo insieme al suo ministro degli esteri e della difesa.
la mossa a sorpresa di Putin ha lasciato tutti di stucco.
Secondo la dichiarazione ufficiale la Russia ha "raggiunto i suoi obbiettivi".
Giulietto Chiesa ci crede e lancia il suo panegirico della vittoria.
Noi ci permettiamo di dubitarne: buona parte del paese e' sotto il controllo dell'ISIS, la roccaforte dei terroristi, Raqqa, sta sempre li, i Turchi continuano a supportare l'IS indirettamente e con attacchi contro i Curdi....
Il ritiro dei Russi lascia la strada aperta al Pino B americano che consiste nella spartizione del paese in tre parti: una costiera al governo attuale, la zona nord ai Curdi e l'ovest all'ISIS.
Tutto questo mentre la vittoria totale e' a un paio di settimane di distanza.
Insomma ci deve essere qualcosa d'altro, una motivazione ben piu' importante.
Potrebbe trtatarsi' dello spiegamento di una nuova arma. La stessa che ha abbattuto il MIG 21 siriano due giorni fa. Un sistema antiaereo portatile di ultima generazione, nelle mani dei terroristi potrebbe costare carissimo ai Russi, lo hanno imparato a loro spese in Afganistan. Lo Stinger FMI 92 viene prodotto direttamente in Turchia, una sua piena disponibilita' sul campo di battaglia significa arei abbattuti.
E' un prezzo politico che Putin non puo' permettersi di pagare. Quindi la ritirata strategica, prima che il mito dell'invincibilita' Russa venga messo a dura prova.
Un ulteriore motivazione e' il probabile riaccendersi del conflitto in Ucraina dell'est fra ora e questa estate.
Gli Ucraini hanno approfittato della tregua per addestrare e armare il loro esercito con armi NATO e si sono accordati con i Turchi che sono incazzati a morte con i Russi.
I quali rischiano di trovarsi coinvolti su due fronti.
Putin ha ancora una volta colto tutti di sorpresa, decidendo per una vittoria di cartone piuttosto che una sconfitta esplosiva.
Non pensiamo che questa sara' l'ultima delle sorprese del nostro.
UPDATE
Pepe Escobar su Facebook conferma quanto spieghiamo in questo articolo: probabilmente una nuova arma e' stata impiegata che ha indotto i russi a ritirarsi. Vi sarebbe un accordo di qualche tipo, che includerebbe anche l'Ucraina....
In questo articolo di Giampiero Venturi tratto da Difesa Online la prossima guerra in Libia viene inquadrata in un lucido scenario geopolitico. L'irrilevanza politica dell'Italietta di Renzi, maggiordomi di potenze estere viene inquadrata perfettamente. Manca, a dire il vero, un riferimento alle potenziali mosse di Russia e Cina. una lettura interessante.
07/03/16
Agli inizi di febbraio lo avevamo previsto (leggi articolo): l’Italia prende appunti e si appresta ad eseguire gli ordini. “Ora la questione libica è cosa vostra”. La richiesta di inviare un cospicuo contingente di truppe in Libia stavolta arriva direttamente dall’ambasciatore John Phillips, ormai più nelle vesti di governatore che in quelle di diplomatico a Roma.
Caro Diario,
nell'ultimo periodo trovo meno tempo per riempire le tue pagine, Per il sottoscritto l'avvio della sequenza profetica descritto da Irlmaier e' talmente evidente che mi sono stufato di provare a convincere gli zombidioti e dedico il tempo alla preparazione. Le grandi flotte sono nel mediterraneo a fronteggiarsi. il prossimo passo dovrebbe essere il movimento della pace che ferma il conflitto a un passo dell'abisso.