20 ottobre 2016

2024 ...Le profezie non si sono avverate


Iniziamo con questo articolo la collaborazione con uno dei lettori che ha seguito il percorso di questo Diario.  Sintesi illustra lucidamente come anche nel "migliore" degli scenari la situazione fra alcuni anni sara' inaccettabile e invita a una immediata azione.
Questo diario anni fa ha delineato uno scenario che inizialmente sembrava incredibile ma la cui graduale realizzazione si va facendo ogni giorno più chiara ed innegabile: quando questo diario parlò di guerra tra Russia e Stati Uniti, le relazioni diplomatiche tra i due paesi sembravano tutto sommato solide e molti risero di quelle parole. Cosa ne è oggi di quelle risate? Nessuno credeva che saremmo arrivati a questo punto di tensioni, eppure ci siamo arrivati, nondimeno ad oggi pochi ancora pensano che si potrà andare oltre, che si arriverà alla guerra vera e propria. La maggior parte delle persone pensano che alla fine il buon senso prevarrà e tutto tornerà come prima.

Si prende atto che contro ogni previsione si sia arrivati al punto in cui siamo, ma si fa fatica a credere che il trend possa continuare fino alle estreme conseguenze. La mente umana è conservativa per natura e tende a credere di più agli scenari in cui partendo dalla situazione attuale si proceda senza grosse rotture. Si fatica ad accettare i cambiamenti e quando è impossibile negarli oltre, ci si fossilizza nella nuova stabilità pensando che ormai niente potrà più cambiare.
Questo scenario, lo scenario secondo cui la situazione attuale rimarrà stabile è detto "business as usual", e non prevede bruschi cambiamenti di rotta o eventi traumatici, solo una lenta stabilizzazione del sistema sulla base dell' equilibrio attuale.
La potenza mediatica con cui ci viene ripetuto che questo è il nostro futuro è troppo forte per poterlo ignorare: infatti ce lo propagandano tutti i giornali e telegiornali ma non solo, anche le nostre madri, i nostri amici, i nostri datori di lavoro, i nostri partner. Ed ovviamente tutti si aspettano che noi ci prepariamo a quel solo scenario, dicendoci che siamo pazzi se crediamo di doverci far trovare pronti ad una guerra mondiale, ad un collasso economico o ad una disclosure aliena. Se pensi che ci saranno sviluppi epocali sei un pazzo, come erano pazzi coloro che nel 1938 vedevano nella situazione europea i germi di una nuova guerra. Quindi se resistiamo a questa pressione mediatica che ci implora di credere alla stabilità della situazione odierna, i nostri stessi cari, coloro che vorremmo avvertire e salvare dal disastro imminente ci fanno sentire tutto il loro biasimo e la loro delusione, fino a farci desistere, e farci pensare che, in fondo, potrebbero avere ragione loro e che potremmo essere veramente noi quelli nel torto. A chi di noi non è capitato?
Ma di preciso, cosa prevede questo "business as usual"? Come sarà il nostro futuro se tutto continuasse così come è, senza gravi scossoni sulla linea temporale, come media e familiari ci dicono?
E' probabile che la generazione che va dal 1980 in poi non possa andare in pensione prima dei 75 anni (http://www.lastampa.it/2016/04/19/economia/boeri-la-generazione-rischia-di-andare-in-pensione-a-anni-jMLgvDfe1iooNPhkYqZd8J/pagina.html), e dovrà mantenere il proprio posto di lavoro fino a quell' età privata di leggi che la tutelino contro il licenziamento (abolizione dell' articolo 18), riuscendo a non calare in produttività rispetto ai giovani disoccupati che ad oggi si attestano quasi al 40%, in aumento ovviamente (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/31/lavoro-a-luglio-la-disoccupazione-giovanile-e-salita-di-2-punti-al-392-occupati-giu-dello-03/3004949/), se con l'età i riflessi non saranno più gli stessi si potrà essere licenziati e rimpiazzati con lavoratori più giovani e forti, in un paese che ha perso il 25% della sua capacità industriale dal fallimento della Lehman Brothers ad oggi, con conseguente chiusura di aziende e posti di lavoro (http://www.repubblica.it/economia/2014/07/06/news/crisi_produzione_industriale-90869726/), il tutto mentre non accenna a sgonfiarsi la crisi dei migranti, in maggioranza uomini muscolosi in età militare, che arrivano ogni giorno a migliaia sulle nostre coste, senza che nessuno pensi a come fare, qua o in Africa, per fermare il fenomeno. Chi non sarà così fortunato da riuscire in queste condizioni a mantenere il posto di lavoro fino ai fatidici 75 anni, ma lo perdesse dopo i 40 potrebbe non trovarlo più, e finire nelle mense per poveri, come già sta succedendo (http://www.lastampa.it/2015/10/17/italia/cronache/sempre-pi-italiani-maschi-giovani-i-nuovi-poveri-ditalia-secondo-la-caritas-crxQkbpPJ9iAGHnAAddIuO/pagina.html). Nel frattempo aumentano i ticket sulla sanità (http://www.rifday.it/2016/03/30/corte-dei-conti-aumenta-peso-dei-ticket-sui-farmaci/), e si procede a privatizzare settori essenziali come acqua e poste.
Per fortuna abbiamo una classe dirigente saggia che fa tutto questo per noi, così ripianerà il debito pubblico in modo da garantirci un futuro libero e prospero. Intatti questi sono i risultati: http://finanzanostop.finanza.com/2016/03/16/ecco-i-dati-del-debito-pubblico/. Il debito pubblico cresce e nessuna politica adottata è riuscita ad invertire il trend. Se a giro per l' Europa è stato eletto un partito il cui programma era quello di invertire le folli politiche di austerità liberista, ovunque questo partito è stato ricondotto a "più miti consigli", vedi il caso greco http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-09-28/atene-approva-privatizzazione-municipalizzate-acqua-e-gas-120153.shtml?uuid=ADORNUSB, a dismostrazione che non vi è una via politica all' uscita da questa situazione.
Questo scenario non è lontano nel tempo: questo scenario è adesso. Già adesso tutti i nuovi contratti di assunzione non prevedono una protezione contro il licenziamento, e già adesso chiunque perda il lavoro dopo una certa età molto difficilmente riesce a ritrovarlo. Già adesso un numero sempre crescente di italiani, di europei, si trova senza reddito e senza la prospettiva di raggiungere una qualche forma di pensione o sussidio, mentre proprio adesso, mentre leggete, piccole e medie aziende chiudono i battenti lasciando a casa i lavoratori. Chi ha il mutuo perderà la casa, chi è in affitto sarà sbattuto per strada, mentre ogni giorno migliaia di immigrati sbarcano sulle nostre coste, dividendosi tra chi finisce tra le braccia del crimine più organizzato e chi invece si trova un welfare che per gli autoctoni è negato, andando così in entrambi i casi a soffiare nelle vele del malcontento e portando così consensi e voti a partiti di estrema destra che sono in crescita ovunque. E' la ricetta perfetta per lo scoppio di una guerra civile.
Questo è lo scenario che andremo a vivere se il tanto temuto collasso non avverrà; lo scenario tanto tranquillizzante a cui i nostri cari ci pregano di credere, perché giornali e telegiornali non fanno che dire che nessun altro scenario è possibile, non è poi così tanto tranquillizzante, anzi, somiglia in tutto e per tutto ad un collasso differito nel tempo anziché subitaneo, un lento svenamento prima del colpo di grazia.
Questo scenario è fatto di tanti piccoli collassi personali, di tante famiglie che vanno in bancarotta una alla volta, di tanti suicidi, di tanti bambini portati via dai servizi sociali, di tante dignità rubate. E non è situato chissà quando nel tempo: l' azienda per cui voi lavorate, l'azienda per cui io lavoro, potrebbe decidere di lasciarvi a casa domani, o potrebbe direttamente chiudere. E' bastato il fallimento di una singola banca che nessuno di noi aveva mai sentito nominare per scatenare una crisi che dopo 8 anni non è ancora finita, chi può dire quando avverrà il prossimo colpo? Chi può dire quando sarà troppo tardi per ognuno di noi per fare qualcosa? Quando sarà il momento giusto per abbandonare la nave che affonda? E' oggi, sarà domani, o era ieri? Che senso ha investire su un futuro che di sicuro non ci permetterà di vivere una vecchiaia serena, che non darà alcuna speranza ai nostri figli e nipoti?
La cosa che fa più paura a me è questa: lavoro in fabbrica, faccio turni di giorno e turni di notte, sollevo pesi, sforzo la schiena. Pensate che i miei datori di lavoro potranno tenermi a svolgere queste mansioni quando avrò 68-70 anni, potendomi comunque licenziare in ogni momento senza nemmeno dover inventare un motivo moralmente accettabile? E quando finirò per strada, non essendo riuscito nemmeno a comprare una casa, e non avrò più uno stipendio, magari con dei figli che nel frattempo saranno messi ancora peggio di come lo sono io adesso, cosa farò? Incolperò me stesso e mi impiccherò? E' saggio continuare questa vita senza prepararsi, senza uscire da questo schema perverso? A che serve vivere così? A voi soddisfa non vivere ma continuamente sopravvivere?
POSTO CHE CHI SCRIVE E' PIENAMENTE CONVINTO CHE IL COLLASSO E LA GUERRA SIANO ORMAI INEVITABILI (e per quanto possa sembrare strano forse è proprio questo che mi da la forza di andare avanti), ciò che mi preme è semplicemente far capire che se anche questo non si verificasse in modo traumatico, la sostanza delle cose non cambierebbe minimamente.
Questo tipo di scenario richiede la stessa preparazione che quello di un collasso imminente della civiltà capitalista e dello stile di vita occidentale, oppure dell' eventualità (che dire "innegabile" è il meno che si possa fare) di una guerra mondiale.
Se vogliamo fare felici i nostri cari, fare ciò che ci chiedono, dobbiamo dargli ascolto stavolta. Se hanno ragione loro, se la guerra ed il collasso non si verificheranno, se le cose continueranno come stanno andando, dobbiamo prepararci. E la preparazione è la stessa che serve in caso di guerra e collasso. Identica.
Ed occorre farlo adesso, perché il collasso personale di ognuno di noi, il nostro licenziamento o la chiusura della nostra azienda potrebbe arrivare domani stesso, potrebbe arrivare prima ancora del collasso collettivo. E senza il "mal comune mezzo gaudio" potrebbe essere anche più doloroso.
Servirà capire che il lavoro che abbiamo avuto fino ad adesso non sarà eterno, e che la pensione non è una meta realistica, ma servirà capire anche che un individuo solo, o un nucleo familiare solo, non può sopravvivere: questa crisi è figlia del pensiero individualista e non sarà il pensiero individualista a salvare le persone. Servirà allontanarsi dalle città ed andare dove la terra può sostenerci in caso di perdita di lavoro. Servirà riscoprire il concetto di comunità, ma anche essere pronti alla difesa della stessa, perché crimine e violenza sono le naturali conseguenze di insicurezza sociale e disoccupazione, specialmente nelle città.
E serve soprattutto capire che questo lavoro non si può fare in due giorni.
Quindi servirà lo stesso lavoro di preparazione fisico, mentale e spirituale che serve per prepararci allo scenario della guerra e del collasso, con la differenza che se tutti possiamo alzare le spalle di fronte alla possibilità di una guerra nucleare dicendo "tanto io non ci posso fare niente", di fronte ad uno scenario di questo genere questo alibi non esiste. Esiste però la stessa urgenza, perché basta una banca che fallisce un oceano più in là, ed un altro 25% della capacità industriale del nostro paese potrebbe evaporare in un anno.
Serve trovare persone che vedono questo scenario (e sono più di quelle che accettano l'imminenza, ogni giorno più chiara e vicina, di una guerra mondiale) come lo vediamo noi, e serve organizzarci in gruppo per farci trovare preparati al meglio alle sfide che ci attendono. Lo dobbiamo ai nostri cari: se loro ci hanno convinti che non sta succedendo niente, quel niente è tale e quale allo scenario di collasso di cui noi siamo invece certi.
E quindi dobbiamo organizzarci, ora.
Se non vogliamo farlo per l'eventualità di una guerra mondiale facciamolo per la certezza di un welfare che si sta sgretolando, ma facciamolo, e facciamolo adesso.


E ora la "buona" notizia: a meno che non abbiate 73 anni adesso, non finirete senza pensione ad elemosinare un pasto alla caritas a 75 anni, perché ciò è solo nell'eventualità che una guerra o un collasso sistemico non si verifichino. Purtroppo o per fortuna questi invece si verificheranno, si stanno già dipanando irrimediabilmente nel nostro futuro, a tappe talmente forzate che il più inveterato catastrofista non avrebbe potuto immaginare di meglio.
Questo articolo non è scritto per far vedere questo processo a chi ancora si rifiuta di farlo, ma già tutti sappiamo che governi più lungimiranti del nostro stanno già preparando la popolazione: http://www.corriere.it/esteri/16_agosto_24/allarme-terrorismo-guerra-ibrida-germania-ci-si-prepara-peggio-4c681c92-696e-11e6-8470-1b8893e36b4b.shtml
I modi per prepararci possono essere molteplici e vanno dal preparare uno zaino di sopravvivenza ed alcune scorte di cibo ed acqua (che è quello che il governo tedesco consiglia al suo popolo: non è abbastanza, ma sicuramente è meglio di niente), alla creazione di una comunità del tutto autosufficiente. Ogni passo è migliore del passo precedente e qualunque sia la strategia usata deve essere iniziata in tempi brevi, dove ogni step sarà la base per quello successivo. Esistono comunità che possono aiutare in tutti questi passi, da http://freedomcells.coeo.cc, a cui per adesso manca una vera presenza italiana (cosa a cui possiamo rimediare collettivamente noi lettori di questo diario), fino alle varie reti di ecovillaggi. Per chi fosse interessato, io che scrivo ho un piccolo gruppo di persone interessate ad un progetto di creazione di un ecovillaggio nel centro Italia (zona appennino tosco-emiliano), basato sulla consapevolezza che il tempo della Grazia è finito e quello della Severità sta per arrivare, con tutto ciò che ne consegue in fatto di disciplina interiore ed esteriore. Perché ciò sia realizzabile abbiamo bisogno di altri membri e se qualcuno fosse interessato, vi prego di contattarmi tramite il form del blog o lasciando un contatto nei commenti. Chi non fosse interessato al mio progetto nello specifico ma vuole comunque scambiare esperienze e consigli è comunque benvenuto e comunque caldamente invitato a fare qualcosa, partendo dal più piccolo ed immediato dei passi, fin dove gli è possibile. Ed iniziare adesso, dato che i tamburi della guerra suonano ogni giorno più forte.

Corvo lo ha fatto. Io ci sto provando, seppur in colpevole ritardo. E voi, vi farete trovare soli e del tutto impreparati?