Sesto giorno
Il riscaldamento
oramai lo sento appena nei miei muscoli, mi compenetro molto meglio
nell’eseguire il saluto al sole che inizia a diventare più sciolto
ma di cui alcune posizioni non riesco proprio a migliorare. Il
problema sono le ginocchia che rimangono un bel po piegate in avanti
e su cui credo sia arrivato il momento di lavorare con esercizi più
mirati slegati a quelli assegnati dal programma.
Inizia l’approccio con la spada;
per ora posso solo permettermi un bastone e dopo una ventina di
minuti che mi alleno a bloccare i miei colpi ad un millimetro dal
bersaglio mi accorgo che nelle mani si formano delle piaghette. Sono
contento, significa che sto lavorando nel senso giusto, un po meno
per il fatto che domani potrebbero crearmi dei problemi; Strano come
ogni mio pensiero e preoccupazione siano rivolti alla risoluzione
delle 32 giornate.
Contemplo ciò da cui mi sono
congedato. Forse potrei congedarmi da molto altro ancora, ma sono
indeciso sul da farsi. No, per ora va bene così. Ecco la prima
diaspora interiore che mi butta in crisi: e se fossero davvero queste
ombre che percepisco allo spettro della mia consapevolezza le cose di
cui dovrei disfarmi realmente? Decido di non approfondire per ora.
Lavorare sugli esercizi mentali
inizia a diventare decisamente complicato oramai; mi trovo indietro
con il programma e sento poco apprese o ben realizzate le lezioni
precedenti. Traballante ma con coraggio provo ad affrontare questo
nuovo esercizio non potendo comunque mettermi integralmente nudo per
mere questioni di convivenza familiare allargata. Riesco a stento a
percepire e proiettare il mio corpo, è faticoso, difficile ma sono
sicuro che le cose miglioreranno nel tempo.
Portare avanti questo programma
all’interno di un contesto di quotidianità non è una cosa facile
in barba a qualunque buon proposito prodotto prima di iniziare questo
percorso. Lo sapevo, ma viverlo sulla pelle è un'altra cosa; è
meglio tirare sempre avanti senza rimuginare sul fatto che in
un'altra condizione ottimale avrei raggiunto risultati decisamente
migliori, perché Malkut ti obbliga a fare le cose, che tu le voglia
evitare o meno, le cose ti piombano addosso e devi sempre metterle
in conto.
Settimo giorno;
Inizia nel suo vivo
il mio addestramento AMS. A dire il vero dovrei dire che rispolvero
il mio addestramento AMS. Le piaghe sono sparite nella notte ed io
posso lavorare sulla posizione del falco e sulla risoluzione del suo
attacco agevolmente anche se con fatica. Sono rigido, le braccia
tendono a stancarsi, ma verso la fine della mia sessione di
allenamento tutto inizia a scorrere più morbidamente. La posizione
si aggiusta attenzionandola colpo dopo colpo. Non solo le braccia ma
tutto il corpo si unisce al fendere del colpo che nella posizione
delle gambe e della schiena inizia a trovare il suo equilibrio anche
se ancora traballante, concludo soddisfatto del risultato che ho
raggiunto.
Nell’eseguire il saluto al sole
inizio a capire come calibrare meglio la respirazione, accorgendomi
di rimanere alle volte senza fiato, ma anche questo esercizio
migliora sempre di più rispetto ai giorni addietro.
Mi sono disegnato. Come arti
terapista questa tecnica la conosco molto bene e la uso molto spesso
nelle mie terapie con i miei pazienti. Questa volta mi sono
raffigurato disegnando i miei contorni nella ghiaia, disegnando la
mia sagoma e mettendola in rilievo con dei rametti verdi di erba
spontanea. Poi l’ho fotografato e vi ho fatto delle aggiunte con il
computer.
Gran parte del pomeriggio l’ho
impiegata ad imparare a memoria il mantra di Yesod, altrimenti
sarebbe stato impossibile eseguirlo puntando gli occhi al cielo
stellato, proprio quest’ultimo non è stato difficile trovarlo. E’
bastato salire sul terrazzo di casa e lui era li; dove per ora sto
risiedendo è un area marina protetta dove l’impatto umano è
praticamente ridotto al minimo, e la sera si spengono le luci e si
accende il cielo. Le parole vibravano mentre il mio sguardo si
confondeva con quello delle stelle fino a che mi sono sentito parte
di un grande ingranaggio, una stella in mezzo alle altre stelle.
Tutta l’esistenza è uno.