Giorno Undicesimo;
non saprei dirlo
se le introduzioni che leggo di volta involta imbevono di un loro
senso le mie giornate, sta di fatto che oggi la stanchezza accumulata
nel tempo passato ad addestrarmi mi sembra di sentirla tutta in un
solo colpo, colpo che mira alle ginocchia, forse un po più giù
inizialmente, proprio contro le caviglie atto per azzoppare chi lo
riceve.
Non è tanto la stanchezza fisica,
quanto la stanchezza di non sentirsi liberi di fare quel che si
vuole.
Ed ecco li il mio Ego, che mi
osserva annoiato mentre tippetta con le punte delle dita di una mano
su di un ripiano e con l’altra si tiene su la testa appoggiandovi
sopra il mento in attesa che io cada, che gli dia ragione, che mandi
tutto al diavolo e ricominci a fare quello che lui mi suggerisce. Mi
guarda con fare patetico mentre so bene che è tutta una facciata
perché ha paura, una paura che avverto e che ancora mi condiziona
parecchio ma che intendo vincere.
Decido di non starci troppo a
pensare, affrontando la giornata con disciplina e disciplinando alla
meno peggio la quotidianità di oggi e la valanga di cose da fare che
se ne fregano altamente del tuo programma di preparazione integrale.
L’ostacolo più grande per adesso
è la mia vista che priva dei suoi supporti ottici al momento rende
tutto più difficile; stare tutto il giorno con le lentine inizia a
diventare massacrante ma non me ne farò una scusa, potrei trovarmi
in situazioni molto più critiche di questa.
Ho parlato via chat con Corvo, e
sono giunto alla conclusione che è arrivato il momento di fare lo
sforzo di acquistare il prima possibile una spada vera per iniziare
ad allenarmi con questa. Non basterà solo questo per preparasi agli
eventi avvenire, ma è già qualcosa.
Ho urlato chi sono, chi voglio
essere, i miei errori, le mie aspettative, i miei veri desideri, e
poi ho concluso ripetendo tre volte il motto.
Sono Poiana, con ancora troppo Dario
intorno.
Giorno dodicesimo;
quella di oggi sarebbe dovuta essere
una giornata di riposo, di calma, di meditazione, di serenità…solo
che nessuno lo ha detto a mia figlia che ha deciso diversamente.
Arrivo alla fine di questo giorno decisamente stremato e frustrato,
dato che più volte ho dovuto alzare la voce, arrabbiarmi, e cercare
disperatamente di ritagliarmi degli angoli tutti per me come riuscii
a fare la volta scorsa; di sicuro non sono riposato, ma non vedo
l’ora che sia domani perché non allenarmi mi è mancato parecchio.
Mangiato un po più pesante ma senza
eccedere, nonostante abbia notato che per rendermi sazio oramai basta
la metà del cibo che ingurgitavo una volta. Anzi, un po mi sento in
colpa, potevo benissimo ridurre ancora di un po le porzioni
nonostante oggi sia un giorno di Grazia.
Trascinata mia moglie
nell’esperienza del mantra che è riuscito abbastanza bene
nonostante i suoi disagi del giorno. È stato forte, inizialmente
abbiamo riso, lei era più stanca di me, poi siamo partiti e quando
l’esperienza è iniziata a diventare un po più forte lei ha deciso
di smettere. Va bene così.
Passare tutta la giornata senza
occhiali usando le lenti a contatto, l’ennesima, non è stato
certamente d’aiuto; mi viene da pensare che alla fin fine, anche
questa è una prova fuori programma: potrei trovarmi davvero senza un
supporto correttivo oculare in una situazione di crisi. Speriamo di
no.