Caro Diario,
Dal ex bel paese arrivano a questo volatile voci che diventano ogni giorno piú angosciate. Parole come "rivolta" campeggiano su tutti i giornali, contemporaneamente un senso di impotenza sembra primeggiare. Si respira un "aria di morte".
Ma dal Sud America arrivano anche parole di speranza.
Iniziamo da quello che scrive Marco della Luna:
Il regime statuale italiano è quindi con certezza illegittimo e il rovesciamento di tale regime mediante una rivoluzione di tipo francese sarebbe giusto e legittimo. [...] Nella pratica, al contrario, una rivoluzione in Italia non è possibile e sarebbe infruttuosa, sicché non posso che ribadire il mio solito consiglio: emigrate.
Gli fa eco una lettrice di vecchia data che lancia un appello drammatico:
Fortunatamente vi sono altre voci. Un lettore che, dopo avere partecipato alle esperienze politiche degli anni '70, decise di andare via dall'Italia
Noi concordiamo in pieno. La via d'uscita é una rivoluzione copernicana, dell'essere umano, non una politica. Un programma del genere é espresso nel Manifesto di AltreAlternative.
Noi fra la morte e la vita preferiamo quest'ultima. Non perché temiamo la prima, vi sono cose peggiori della morte fisica: la morte dell'anima.
Corvo, avvisa tutti che qui non c' è futuro, chi può scappi a qualunque costo o rimarrà in trappola, come e peggio di noi. Non c' è bisogno nè di comete, vulcani, onde o guerre o alieni, siamo già nell' apocalisse, qui in italia si respira aria di morte.
Aria di morte si respira veramente e non si tratta di "economia". Secondo uno studio scientifico stiamo assistendo a una estinzione di massa delle specie del pianeta, paragonabile a quella che distrusse i dinosauri. Solo che, mentre quella é avvenuta - probabilmente - per cause naturali, quella é interamente nostra responsabilità. Si respira anche aria ventosa, le "tempeste del secolo" si succedono ogni mese. Il clima non sta cambiando: é giá cambiato, mettendoci di fronte a un emergenza planetaria.
Eppure le reazioni di fronte all'imminente collasso sono blande. Nemmeno l'idea della responsabilità paterna sembra fare trovare il coraggio di agire.
Dialogo avuto su facebook |
Il 26 Aprile 1986 avviene Chernobyl e la mia prospettiva e aspettativa del mondo cambia!....nei miei viaggi visionari, nelle mie meditazioni,nei miei trip,intravedo il nodo gordiano delle linee future possibili di sviluppo,un nodo insolubile e insostenibile per lo sviluppo umano,partendo dai dati di partenza elaborabili...comincio a pensare ad un futuro personale e non piu' sociale......allerto il mio intorno di amici e conoscenti....si tentano progetti ed esperimenti di collettivizzazione...... inutilmente... alla fine mi sento tradito e vinto.... comincio a pensare alla fuga.Trasferitosi in un altro continente, circondato dalla natura, il nostro propone una visione ecologica come alternativa all'estinzione.
La motivazione che mi spinge a questa strana conversazione e' probabilmente quella di dare un mio senso al mondo....che per sopravvivere puo' solo diventare un posto ecologicamente(nel senso estensivo mentale che ne da Gregory Batenson) migliore.
.......altrimenti RESET(prima o dopo....ma io credo adesso) e reset vuol dire reset!.......disco duro nuovo e pronto per una nuova installazione operativa.....ma potrebbe essere peggio !"Game Over....ovvero una sorprendente nuova divisione dell'universo dalla parte eterna.
Noi concordiamo in pieno. La via d'uscita é una rivoluzione copernicana, dell'essere umano, non una politica. Un programma del genere é espresso nel Manifesto di AltreAlternative.
Noi fra la morte e la vita preferiamo quest'ultima. Non perché temiamo la prima, vi sono cose peggiori della morte fisica: la morte dell'anima.