22 luglio 2016

Elezioni presidenziali USA 2016 : Hillary Rodham Clinton‬ vs Donald Trump chiunque vinca rischia la guerra civile


Caro Diario,
Le elezioni 2016 sono piu' che Hillary Rodham Clinton‬ vs Donald J. Trump.
Significano Neri contro bianchi, destra cristiana contro sinistra , centralisti contro localisti, americani di origine europea contro i messicani.
L'America e' divisa come non mai. Il livello di odio e' tale che ormai termini come guerra civile, secessione, golpe armato sono all'ordine del giorno. E nelle ultime settimane si e' passati dalle parole ai fatti in  questa estate infuocata dall'odio.
Ironicamente l'oggetto dell'odio dei poveretti  sono altri disgraziati.
Anche in Europa sta succedendo qualcosa di simile ma la differenza sta nel fatto che l'oggetto dell'odio nell'Unione sono "stranieri" mentre negli Stati Uniti si tratta di cittadini.


Le colpe della Clinton


La Clinton e' il candidato del Bilderberg a cui ha partecipato nel 1997.
Il suo programma e' abbastanza fumoso, a parte il fatto che e' femmina e che quindi eleggerla rappresenta una novita'.
Gia'.
Cariatide del sistema di potere di Washington, e' ammanigliata alle grandi banche di Wall Street che hanno donato enormi somme di denaro alla sua fondazione, ha usato a fini personali dati riservati ma e' stata dichiarata "non perseguibile" dall'FBI.
Questa cosina dimostra quanto il sistema americano, in cui ti sbattono in galera per uno spinello, sia corrotto fino al midollo, la giustizia non esiste per i potenti.
Le sue posizioni sulla politica estera contro la Russia sono di falco estremo. E' stata uno degli artefici della tragedia libica e si e' vantata della morte del suo capo di stato con una risata che piu' che sguaiata si potrebbe definire satanica.

Donald the Trump


Donald Trump e' la dimostrazione che i buffoni sono piu' amati che gli intellettuali. In Italia abbiamo avuto 20 anni di Berlusconi su questo principio. E' riuscito a sconfiggere pezzi grossi come Bush, ritagliandosi l'immagine di outsiders. Un rivoluzionario miliardario.
Gia'.
 Ha promesso di creare posti di lavoro deportando i messicani, di costruire un muro, di mettere i mussulmani sotto osservazione, di introdurre torture ancora peggiori di quelle gia' in uso e cosi' via.
All'estero ha suscitato speranze in quanto si e' dichiarato pronto a parlare con Putin, ma subito dopo ha affermato che de un aereo Russo sorvolasse una nave americana, come recentemente accaduto, lui ordinerebbe di abbatterlo. Questo trascurando il fatto che ha fatto capire che il suo nemico principale e' la Cina.
Politicamente scorretto fino all'estremo ha insultato cosi' tante categorie diverse che il suo elettorato si e' ridotto ai WASP (White Anglo Saxons Protestant) del middle west. Per questi motivi le sue chances non sono cosi' buone. Alcuni hanno persino sostenuto che lui lavori per la Clinton.

Conclusione

In questo Diario abbiamo evidenziato come i problemi sistemici non si risolvano con la presenza di singoli individui. Il sistema di potere reale USA da al presidente in carica meno potere di quello che gli si attribuisce comunemente. La situazione negli Stati Uniti e' insostenibile e il collasso sta avvenendo gia' adesso.
Dmitry Orlov, definisce 5 stadi del collasso: collasso finanziario – abbiamo avuto un leggero antipasto di quello che questo può provocare nel 2008 – il collasso economico, politico, sociale e culturale, ai quali può essere aggiunto un sesto stadio, il collasso ecologico, che impedirà il riavvio della civiltà. Stiamo assistendo al collasso politico degli USA a cui seguira' quello sociale, che comporta conflitto.
Parliamo di guerra Civile negli USA fin dal 2009 e negli ultimi sette anni la situazione non ha fatto altro che deteriorarsi. 
Chiunque vinca le elezioni non sara' riconosciuto da una maggioranza della popolazione, la quale -con motivazioni anche fondate- ritiene che lui/lei sia un pericolo per la pace, la giustizia, l'economia e la democrazia. Le possibili reazioni oscillano fra chi sta considerando di lasciare il paese e chi invece vuole cambiare le cose con la violenza. 
Il rischio e' che, come sta avvenendo in Turchia, un tentativo violento di cambiare il sistema risulti in un inasprimento del regime, trasformandolo di fatto, se non di nome in una dittatura fascista.