Caro Diario,
Nel dialogo con Giulietto Chiesa ho posto criticamente il problema del "Che fare?". Chiesa ha risposto un poco piccatamente, magari aspettandosi di avere un altro interlocutore "Facebook". Sono quelli che cliccano su "mi piace", passano gli articoli altrui, senza proporre nulla di nuovo e soprattutto senza fare nulla di concreto. Non ci sentiamo rappresentati da costoro e invitiamo a continuare il dibattito. In questo articolo presentiamo i nove punti del Manifesto politico di AltreAlternative, approfondendone alcuni aspetti.
A distanza di 5 anni ripubblichiamo il seguente articolo per parlare di "soluzioni".
il Manifesto di AltreAlternative: reloaded
Il manifesto fu una creazione collettiva del gruppo di lettori che ruota intorno ad alcune idee chiave.
Diamo una (seconda) occhiata al testo.
Il primo punto invita all'Azione. Non é piú tempo di discorsi altisonanti e strategie che qualcun altro dovrebbe attuare. Ognuno ha il dovere di mettere se stesso al servizio del cambiamento. è importante in quanto i restanti principi possono apparire vaghi. Il concetto é che siamo al punto in cui é meglio "fare qualcosa sbagliando" che non fare nulla. Ecco come lo esprime un lettore:Sintesi nei commenti ha espresso come, a suo parere, si debba attuare il Principio di Azione. |
Il secondo punto presenta l'Organicismo, la consapevolezza che facciamo parte di un entitá piú complessa che quella rappresentata dai nostri confini fisici. La prima applicazione che viene in mente é la nostra relazione con l'ambiente, che da "risorsa" da saccheggiare in maniera piú o meno sostenibile diventa estensione di noi stessi e noi di lui. Il che ha chiaramente degli effetti su come concepiamo l'economia. Dalla versione antropocentrica ...
"utilizzo di risorse scarse (limitate o finite) per soddisfare al meglio bisogni individuali e collettivi organizzando la spesa"
http://it.wikipedia.org/wiki/Economia
...verso ilriconoscimento dei diritti universali degli abitanti di un territorio: siano umani o menoIl concetto ha anche delle immediate ricadute politiche. La ricerca della pace, sia quella sociale che quella fra nazioni, é vana se non vi é il riconoscimento che l'"Alter" é piú che necessario: siamo noi.
Raphael a Eliopoli: riscoprire il reincanto per la nascita della Vita |
Il Rinnovamento della Polis invita alla partecipazione Politica diretta e non mediata. Tuttavia non promuove una certa forma politica rispetto a un altra in quanto mette l'Uomo come variabile essenziale per il funzionamento di ognuna di esse. La migliore forma, animata dall'anima peggiore é inevitabilmente destinata alla corruzione. Ne vediamo esempio con i favolosi testi delle Costituzioni, traditi giornalmente dai politicanti che ci governano. Eppure l'attuazione di quei principi avrebbe dovuto essere appannaggio di ogni cittadino della polis come diceva Pericle:
Qui ad Atene noi facciamo così: la libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana, noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro, e non infastidiamo mai il nostro prossimo, se al nostro prossimo piace vivere a modo suo, noi siamo liberi, liberi di vivere, proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari, quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni privateIl Limite del quinto principio, é una caratteristica della vita prima ancora che una variabile fisica. Al tempo stesso non siamo limitati da quantitá nei concetti di gioia, amore o essenza. Nel mito di Ercole, l'Eroe raggiunge il confine del mondo sullo stretto di Gibilterra. Li scolpisce la frase "Nec Plus Ultra". Ercole, l'uomo che trascenderá i suoi limiti per divenire un dio riconosceva con questo atto la differenza fra ambiente interiore ed esteriore. Il limite si applica quindi non semplicemente al possesso delle cose materiali, piuttosto al desiderio del loro possesso, all'insoddisfazione perenne.
Platone sosteneva che, piú di ogni altro, i politici devono vivere parcamente:
"In primo luogo, nessuno di essi dovrebbe posseder nulla all'infuori dello strettamente necessario; ne dovrebbe avere una casa privata munita di cancelli e chiavistelli, chiusa a chi volesse entrarvi; i loro viveri dovrebbero esser soltanto quelli concessi ai bravi soldati (che sono « uomini temprati e coraggiosi"); dai cittadini riceveranno, per contratto, uno stipendio fisso, sufficiente a provvedere alle spese di un anno e non più; mangerebbero in comune e vivrebbero assieme, come soldati dal campo. Diremo loro che Dio li ha fatti d'oro e d'argento; il metallo più nobile è dentro di essi e, perciò, non han bisogno dei rozzi beni terreni, conosciuti col nome di oro; che non debbono insudiciare il divino metallo interno mescolandolo al metallo terreno, giacché questo è il più vile ed è stato la fonte di molte azioni indegne; solo quello che è dentro di essi è puro. Ed essi, soli, tra tutti i cittadini, non possono sprecare nè argento, nè oro, nè vivere con oro e argento sotto lo stessso tetto, nè indossarli o libare da essi. Questa sarà la loro salvezza e la salvezza dello Stato. Se dovessero mai possedere case, o terre, o danaro proprio, - diventerebbero direttori di aziende o agricoltori, invece di custodi della cosa pubblica; nemici e tiranni, invece che alleati degli altri cittadini; odierebbero e sarebbero odiati; congiurerebbero e sarebbero vittime di congiure; trascorrerebbero la loro vita avendo più terrore dei nemici intimi che degli esterni, e l'ora della rovina loro e di tutto lo Stato sarebbe prossima."(416/17)Tuttavia senza un Ethos interiore del limite regole come queste sono state aggirate, ignorate e infine soppresse. I politici sono stati coloro che hanno cercato di soddisfare la loro fame insaziabile di potere piú che l'amore per il servizio per la loro gente.
Un modello di maturitá per la Dimensione comunitaria |
Le comunitá conoscono il loro territorio di cui sono le prime custodi. Storicamente le comunitá tendono a condividere piuttosto che separare. La tradizione dei Commons, recentemente rinvigorita dal movimento Open Source, ne é una prova. Il comunitarismo é quindi una realtá culturale che é stata funzionale per millenni, distinto dal comunismo che promuove la centralizzazione, la crescita economica e la lotta di classe.
La comunitá resiliente é il miglior tipo di organizzazione per proteggere la vita e la cultura in tempi di collasso sociale. Pensiamo ai monaci benedettini durante il Medio Evo. Il che ci porta all'argomento spiritualitá, connesso nel manifesto a quello di comunitá. Ogni gruppo umano ha la necessitá di uno spirito aggregante che le conferisca identitá e stabilitá. Tanto piú questo principio é trascendente, tanto piú esso sará includente, eliminando la necessitá dello stabilimento di confini di diversitá aggressivi.
Il Lavoro é il motore della Comunitá. Il suo frutto non é monetarizzato, in quanto il Valore non corrisponde al Prezzo. Il lavoro puó essere un mezzo di realizzazione umana, di miglioramento della comunitá e di guarigione planetaria. Attualmente il lavoro é un "bene" scarso, detenuto da entitá multinazionali che considerano gli esseri umani come risorse (costose!) da sostituire con macchine ogni qual volta sia possibile. I processi lavorativi sono spezzettati nei loro componenti, fino a perdere completamente il loro senso complessivo
La Conoscenza é l'ottavo punto del Manifesto. Tanto si é scritto sul controllo dell'istruzione, di come sia importante che venga impartita ai giovani un'educazione che gli insegni a pensare. Il pensiero á la Cartesio "Cogito Ergo Sum" é stato il perno per separare l'uomo dalla Natura e in definitiva da se stesso. Inventata in occidente essa é stata estesa con la violenza a tutto il mondo, portandoci verso la sicura catastrofe. La conoscenza per identitá, intuitiva e inclusiva é stata la fonte principale di sapere per millenni senza produrre danni planetari.
L'ultimo punto parla della Vita, nel senso della nostra esistenza.Quando si "cade sul filosofico" si tende a opinare che "tanto tutto é inutile", oppure che "nel grande schema delle cose siamo insignificanti" e cosí via. Il manifesto promuove l'attivismo comunitario come ragione di vita, attingendo alla tradizione Platonica della Classe d'argento di cui parlavamo prima. Queste parole diventano vive quando sono parte integrante della nostra quotidianitá. Gridarle nelle manifestazioni o scriverle sui muri (veri o digitali che siano) non serve a nulla. Ognuno decida in che maniera vuole vivere cosí che la sua esistenza abbia un senso compiuto.
Conclusione
Il lettore che ha avuto la pazienza di leggere fino a qui potrebbe ritenere che l'intero discorso sia vago se non proprio utopico. Il manifesto é volutamente astratto in quanto promuove valori inclusivi, essenziali per il rispetto della diversitá delle idee che spesso originano da valori condivisi e finiscono per scontrarsi sui dettagli e le interpretazioni. Come dice il Proemio:
Scopo di questo manifesto é dare una base concettuale e di azione comune ai firmatari. Che sia abbastanza ampia da permettere una Federazione di gruppi con principi differenti ma complementari.
"Si ma" mi sento rispondere "cosa facciamo con l'Euro, le Banche e la crisi economica?!?".
Questa domanda presuppone implicitamente che vi sia "qualcosa da fare", che sia possibile, in qualche maniera, salvare questo sistema, magari tagliando le parti che non funzionano. Per quanto mi senta simpatetico con intellettuali come Chris Hedges, uno dei promotori di Occupy Wall Street, i quali invitano alla rivolta "anche se siamo destinati a perdere" non condivido l'assunto riformista di base. Sostengo che il sistema sia strutturalmente disfunzionale, condannato inevitabilmente alla morte e incapace di autoriformarsi.
Non si puó salvare questo sistema ma possiamo giá lavorare al prossimo. Se non lo facciamo quello che segue potrebbe farci rimpiangere il periodo odierno come un etá d'oro.
Questo Corvide ritiene che i punti enunciati siano condizione indispensabile per una rivoluzione che cambi la societá perché cambia l'Uomo. Che parta dall'interno verso l'esterno, stabilendo un equilibrio bilanciato fra le forze che ci animano, evitando contemporaneamente che esse ci controllino. Vi sono potenze in azione che ci stanno spingendo verso l'autodistruzione: se esse non vengono identificate e portate allo scoperto la realizzazione di questo manifesto rimarrá un miraggio. Siamo arrivati a un nodo cruciale della storia, lo sentiamo. Viviamo con il fiato sospeso in quanto sappiamo che tutto é appeso a un filo che si sarebbe giá dovuto spezzare. Si sta logorando ogni giorno di piú.
Tuttavia, nell'ottica della praticitá, stiamo lavorando con il gruppo AltreAlternative a un Modello di Maturitá della Resilienza che descriva passi pratici da attuare progressivamente per realizzare quanto sopra.
Ne riparleremo nei prossimi articoli.
originalmente pubblicato Aprile 2014. Ripubblicato Novembre 2019
originalmente pubblicato Aprile 2014. Ripubblicato Novembre 2019