Caro Diario,
Mentre avvenimenti di cui parliamo da anni come la Guerra Civile, vengono apertamente discussi noi continuiamo a guardare avanti e a immaginare l'impensabile. Dopo il periodo di grazia. analizziamo in questo articolo gli effetti seguenti di un collasso sociale, ambientato ipoteticamente in Sicilia. Nei mesi fra il quarto e il dodicesimo si capisce che la crisi é permanente.
Il periodo della Realizzazione
questo periodo inizia intorno a tre mesi dopo l’evento e dura per circa nove mesi.Dopo 3 mesi la situazione si deteriora. Il clima di vacanza e novitá si esaurisce completamente, diviene chiaro a tutti che “gli aiuti” non arriveranno. Le poche notizie che arrivano da “fuori” riferiscono che la situazione é dappertutto la stessa: caos, violenza e disperazione sono comuni in tutta la penisola. Voci incontrollate riferiscono di un prossimo arrivo del “nemico”, di orde di rifugiati africani che stanno sbarcando in varie parte dell’isola, di saccheggi e violenza un po’ dappertutto. Nessuna di esse si rivela reale, ma all'incertezza subentra la paura e alla paura la diffidenza. Il “nemico” viene intuito essere dappertutto e potrebbe essere chiunque: gli “Italiani”, gli “Africani”, ma anche i “Palermitani” o semplicemente gli abitanti delle periferie.
Economia
Le scorte si assottigliano a vista d’occhio. Il cibo a chilometro zero inizia a scarseggiare. Ne viene prodotto molto meno rispetto al passato. Nelle campagne, senza l'ausilio di macchinari e fertilizzanti diventa impossibile mantenere gli standard produttivi a cui si era abituati. Nel medioevo europeo, durante le buone stagioni il numero di semi che si ottenevano per ciascun seme piantato era di 7 a 1, mentre durante le cattive stagioni si riduceva a 2 a 1 — cioè un seme veniva conservato per la semina successiva, uno era disponibile come cibo. A paragone il rapporto con l'agricoltura moderna è di 200 a 1 o più. Il che aveva portato a una riduzione delle estensioni coltivate.Altri fattori contribuiscono negativamente.
Molto terreno, senza il massiccio uso di fertilizzanti chimici, diventa totalmente sterile#. Si tenga presente che nel 2007 meno del 20% del territorio Italiano era destinato alla produzione agricola, significa 0,1 ettari per persona. La mancanza di acqua e di semi non modificati geneticamente é un ulteriore fattore negativo per la produttivitá. La produzione agricola cala, nonostante che si aumenti la dimensione dei terreni coltivati. Ognuno che puó, pianta qualcosa sul balcone, ogni aiola cittadina viene riconvertita in orto. Per soddisfare il “naturale” bisogno di carne ogni animale selvaggio viene cacciato senza pietá. Le specie piú grandi si estinguono quasi immediatamente. Quelle piú piccole si riducono notevolmente. l’unico mammifero che sembra prosperare in questa situazione é il topo, che si moltiplica senza controllo portando con se pestilenze sconosciute.
Durante il primo inverno dopo l’evento, la popolazione già decimata decresce rapidamente dato che non é facile trovare come riscaldarsi, soprattutto per chi è rimasto a vivere all'interno delle città. Gli alberi vengono abbattuti selvaggiamente per essere usati come combustibile. La deforestazione, a lungo andare, provoca un ulteriore riduzione della capacitá produttiva agricola in quanto aumenta l’erosione dei terreni.
La manodopera e' molto richiesta nelle comunita' agricole, si consideri che in Italia nel 1300 il 95% della popolazione era composta da contadini. Il trattamento di questi nuovi contadini é simile alla schiavitú, non hanno diritto a niente altro che a un poco di cibo e a un riparo.
Ció che viene prodotto deve essere consumato localmente: è difficile distribuire le merci a causa della carenza di mezzi di trasporto: Solo qualche vecchio veicolo a diesel (Camion, vecchi trattori, macchine d’epoca) è fruibile per muoversi e spostarsi. Il metodo piú sicuro é per mare, usando imbarcazioni a vela. Coloro che possiedono un imbarcazione da diporto a vela, si uniscono in flottiglie di mercanti, che si trasformano in pirati a seconda del caso.
Il volume del commercio diminuisce man mano che la sicurezza (vedi sotto) diviene problematica.
politica
Le munizioni sono ancora abbondanti e gli scontri a fuoco diventano frequenti.
Un senso di profonda insicurezza inizia a diffondersi. L’istinto di sopravvivenza induce a spostamenti in massa di coloro che vivono in zone ove la sussistenza è piú difficile. Le cittá, laddove manca il cibo, si spopolano. le masse di rifugiati si spostano verso le zone coltivabili o pescose.
Vedi sotto la mappa dell’espansione della popolazione nelle zone circostanti.
Gli abitanti originali di queste zone respingono i nuovi venuti con la forza. Vi sono continui scontri con i rifugiati provenienti dalle suddette aree “difficili”. Gruppi e Comunitá
Fra i sopravvissuti, assistiamo al nascere di nuovi gruppi con funzione sia di autodifesa che di aiuto nel lavoro quotidiano. La maggior parte di essi sono disorganizzati e poco omogenei e si frantumano a causa di conflitti interni. Solo quelli che riescono a darsi un assetto disciplinato, organizzato ed internamente solidale riescono a sopravvivere. Durante questo periodo, chi si è precedentemente organizzato in previsione di tutto questo o chi appartiene ad organi o gruppi fortemente accentratori con chiare ed accettate strutture di comando, unite alla indiscussa volontà dei membri di appartenervi, sará fra coloro che avrá più speranze di consolidare la sua egemonia sul territorio.Costoro hanno la forza e le armi necessarie per raggiungere questi obiettivi.
Tutti gli altri, per la stragrande maggioranza, saranno o assoggettati o rimarranno vittime delle circostanze. Consolidare la propria egemonia significa, in una situazione come questa, riuscire a mantenere la sicurezza e produrre l’indispensabile. Le organizzazioni già abituate a questi standards (come quelle di stampo mafioso)sono favorite.
Queste consolideranno il loro potere accaparrandosi e gestendo le aree più ricche e più produttive.
In questo periodo le precedenti strutture sociali cessano di funzionare. Non vi é un momento ufficiale in cui questo avviene, ma progressivamente la i “servitori pubblici” smettono di lavorare fino a quando i servizi collassano. In alcuni posti vi é una trasformazione in senso dittatoriale delle strutture esistenti.
Per la maggior parte, le forze militari italiane si sciolgono oppure si riorganizzano in forma di vigilanti, quando non di predoni. Le forze dell'ordine, fiaccate nell'animo e nello spirito (un po come tutti) e mancanti di un coordinamento nazionale o regionale, vedranno il dividersi dei loro organici tra chi manterrà la volontà di proteggere la popolazione, e chi invece approfitterà del proprio allenamento ed equipaggiamento bellico per tiranneggiarla, per esempio ppoggiando le varie mafie locali.Le forze dell’ordine rimaste al loro posto sono incapaci di garantire la sicurezza dei cittadini, tranne che in aree molto ristrette. Ad esse si aggiungono gruppi di volontari che formano milizie di autodifesa per determinate areee.
All'interno di queste cittadelle un regime di sicurezza estrema viene instaurato. Le liberta' civili sono annullate e la popolazione e' costretta ad ubbidire alla lettera al governo locale. Il dissenso viene punito con l'espulsione, i crimini, anche minori, con la morte.
Al di fuori di queste cittadelle le razzie sono sempre più frequenti.
la carenza di medicine e di strutture mediche ha come conseguenza un incremento della mortalità della popolazione a causa di infezioni, setticimei ed impossibilità di curare ferite gravi o prevenire le complicazioni di quelle semplici. Anche una ferita superficiale, una scottatura di primo grado o un semplice raffreddore, possono diventare degli eventi significativamente importanti per la salute di un individuo. Durante questo periodo circa 500.000 persone perdono la vita nel corso di soli nove mesi. La causa principale di morte é la malattia, in secondo luogo la denutrizione infine le morti violente.
Un altro fattore rilevante é la disperazione. L’entitá della crisi é cosí devastante che molti perdono semplicemente la volontá di vivere. In particolare coloro che si sentono piú vicini a una filosofia che rispetta la vita e la libertá altrui possono decidere che preferiscono morire piuttosto che sopravvivere a qualunque costo.
Durante questo periodo circa 500.000 persone perdono la vita nel corso di soli nove mesi. La causa principale di morte é la malattia, in secondo luogo la denutrizione infine le morti violente.
Conclusione
A differenza di altri noi non proviamo alcuna gioia a spargere inquietudine per la rete.
Lo scopo del nostro lavoro é di invitare ognuno a prepararsi. La sua particolarità, se volete, é l'accenno sulla necessitá di lavorare in comunitá di persone, piuttosto che il super individualismo che caratterizza i catastrofisti. Tanto piú gli avvenimenti futuri saranno da ognuno di noi immaginati, preparati e pilotati e tanto meno avranno il carattere peggiore. Il nuovo mondo inizia giá da oggi iniziando a guardare con occhi nuovi ció che ci circonda e chi ci sta intorno. Non vi é alcun nemico se non colui che vedete riflesso allo specchio. Né ieri, né oggi e nemmeno domani.