19 agosto 2012

Progetto Preparazione Integrale di Fratello Poiana: giorno III-V

TERZO GIORNO

I benefici ed i postumi di questi tre giorni iniziano a farsi vedere e sentire, così come le soddisfazioni per i risultati ottenuti e le piccole ansie per i giorni che saranno a venire ma su queste ultime il mio pensiero si sofferma molto poco perché ogni giorno è un avventura da vivere con attenzione e gioia.
Oggi è ferragosto, un giorno speciale passato in una cornice tipicamente familiare con delle consegne da portare a termine che probabilmente poco s’incastrano con le usanze tipiche legate a questa festività; complicato dover tradurre tutte le sensazioni che sono state vissute oggi dal sottoscritto: forza, decisione, gioia, coraggio, risveglio; credo di poter dare solo questi indizi che mi riprometto di analizzare più in avanti.
E dunque, alla fine, ci sono riuscito; sono riuscito a mantenere sveglio il senso della fame nonostante la tavola lucunianamente imbandita, a ritagliarmi degli angoli di pace e solitudine dove meditare in mezzo alla bolgia familiare e a trovare la forza ed il coraggio di chiamare quelle persone a cui da tempo non rivelo i miei reali sentimenti di affetto ( su tre tentativi solo uno riuscito ahimè, e tra i due falliti una persona a cui tenevo tantissimo di rivolgere tale pensiero), ad accettare i miei limiti attuali nell’eseguire il saluto al sole, a lavorare dentro e fuori il mio rifugio.
Ogni cosa si svolge in un tempo ed uno spazio, qualunque esso sia. Imparare a riconoscere quando un esperienza finisce e prendere congedo da essa significa prepararsi ad affrontare una nuova esperienza consci di aver chiuso nel modo più dignitoso possibile con quella di prima. Il cammino di suo raccoglie sedimenti che appesantiscono passo dopo passo, inutile e deleterio portare con se cose che sono solo un fardello che andrà ad aggiungersi all’altro a venire.
Sono soddisfatto di questo giorno, e sono certo che quello di domani andrà altrettanto meglio; il senso di fame e di vuoto iniziano a diventare una apprezzata compagnia che mi porta a concentrare meglio le mie energie e pare acuire maggiormente le mie percezioni; non provo alcun sentimento verso questa sensazione che accetto serenamente come compagnia del mio fare quotidiano. Inizio invece a comprendere la forza di volontà incrollabile di chi soffre di anoressia, rendendomi conto che lo squilibrio in una determinata cosa nasce solo quando il nocchiero si lascia trascinare dalla nuova rotta da poco scoperta rinunciando a riprendere il controllo della nave. Alla fine perde se stesso e diventa quella rotta tralasciando che è solo una delle tante, probabilmente felice… di sentirsi così felice di non doverne batterne altre.
Per rimanere in tema, rimiro il mare oggi mentre conduco a termine gli esercizi spirituali e conseguentemente m’impratichisco meglio della tecnica del rifugio. Mi trovo in mezzo agli scogli in una zona relativamente assolata ma in cui mi posso concedere di abbassare la guardia. Nonostante rilevi degli apprezzabili miglioramenti dalla volta scorsa, mi rendo conto che stare qui non mi rende del tutto sereno, probabilmente è perché non ho preso ancora confidenza con il posto.
“Tutta l’esistenza è uno”…..come vibrava oggi…come era melodioso….solo per tre minuti…soltanto per tre minuti?...poco, troppo poco.
QUARTO GIORNO
Quarto giorno; abbiamo perso il legame ed è tempo di ristabilirlo riallacciandosi un po alla volta, passo dopo passo, alla radice.
Sono fisicamente stanco, ma non demordo ne intendo fare al momento uso di maca. Voglio attingere alle mie energie piu nascoste e usarle per sostenermi durante questa giornata senza cercare aiuti esterni, non per questo arroccarmi in un eburnea torre di superbia. Quando riterrò che sia il momento opportuno, mi avvarrò degli aiuti; per adesso vado bene così e a parte l’arnica e qualche goccia di acero rosso non sento il bisogno di cercare altro.
Sono solo passati 4 giorni, e i risultati si vedono in maniera eclatante; tutti mi guardano straniti chiedendomi:” Ma dove hai messo la pancia”? E si, perché anche se non mi sono pesato, ho perso gonfiore addominale ed il mio ventre è ritornato piatto. Ancora sono lontano dalla mia forma fisica ottimale, ma gli sguardi di perplessità di chi mi sta intorno si sono trasformati in sguardi di ammirazione e la cosa mi ha colpito e non poco, voglio dire, sono solo passati 4 giorni con oggi..eppure è vero, ed il risultato è visibile siori, non c’è trucco non c’è inganno: ventre piatto con poca tonicità addominale. A questa provvederemo quanto prima.
Ci sono però delle cose che non vanno secondo me, e che solo il tempo e la perseveranza potranno migliorare, come per esempio un esecuzione pulita del “Saluto al Sole”, di cui alcune posizioni mi sono quasi precluse se eseguite come si deve. Non mi scoraggio, si va avanti.
La meditazione di oggi è andata benissimo così come buona parte dell’aspetto spirituale di questo giorno, ma la creazione di immagini mentali mi distrugge e mi deprime, ho delle serie difficoltà. Una volta ero maestro nella realizzazione di costrutti mentali, riuscivo a dare loro con semplicità stabilità e solidità, ora non capisco il perché di tutta questa fatica con alla fine così scarsi risultati.
Prima ho preso congedo dalle mie cose, poi ho preso congedo dalle persone, oggi mi congedo da una buona parte dei miei desideri. E’ difficile desiderare 22 due cose, io al massimo ne desidero 5, ed alla fine, solo tre di queste sono state risparmiate dal falcetto della discriminazione.
Ho riletto le pagine del diario, ed è stata una grande emozione ripercorre il mio ancora piccolo cammino. Mi spiace per i molti errori di forma ma lungi dal credere che riesca a scriverle in santa pace a lume di una candela seduto sul mio banco da lavoro, la realtà è piuttosto complicata da spiegare. Mi ripropongo di rivederle a fine lavoro per renderle il più corrette possibile.
  1. Riguardo alla lista dei ventidue desideri, se devo essere sincero si sarfebbe potuta benissimo concludere al decimo, gli altri ho notato che sono solo delle forzature, ed alla fine ecco i tre: Tanti soldi
  2. Muovermi consapevolmente nel mondo onirico
3)L’ordo solis nel suo massimo splendore
QUINTO GIORNO
Quinto giorno. Doveva essere probabilmente uno tra i più semplici, almeno dal mio punto di vista, ed invece è stato decisamente complesso da gestire. Il riposo l’ho dovuto cercare forzatamente dato che ogni giorno, soprattutto con una bambina, ci sono sempre un sacco di cose da fare, oltretutto sono capitate un paio di cose spiacevoli che non hanno reso facile il tutto. Non sono soddisfatto di come ho superato questa giornata, ma quanto meno ho capito quanto sia importante riuscire a tagliarsi degli spazi per me stesso, spazzi miei e soltanto miei in cui posso mettere a fuoco le esperienze lontane e vicine per potermi preparare ad affrontare con maggior maturità quelle a venire. Il momento più piacevole è stato sicuramente quando mi sono immerso dentro la vasca da bagno; li ho riscoperto cosa significa ritornare in contatto con il proprio corpo e dialogare con esso, prendersene cura. Ecco, questo giorno doveva essere un giorno in cui ci si prende cura di se stessi a mio parere. Non posso dire di non aver fatto ciò, ma dentro di me so che potevo fare sicuramente meglio; non sono riuscito ad immergermi completamente in questa giornata che era sicuramente tra le più totalizzanti di quelle trascorse fino ad ora.
Riuscito a rilassarmi senza troppa fatica, ma la costruzione del rifugio procede lentamente, mi stanco molto rapidamente mentre cerco di edificare strutture, aree e così via; eppure sono stato per molto tempo un apprezzato Dungeon Master, costruire mondi e posti per me non è una novità e non è neanche nulla di così complicato, allora perché? Perché questa difficoltà? Questo attrito?
Credo che fondamentalmente sia dovuto al fatto che oramai sono un padre con famiglia e responsabilità, e questo genera pensieri su pensieri, ansie su ansie che anche se non voglio ammettere esistono e si stratificano sul mio inconscio. Probabbilmente è in quell’area che opero e che invece dovrebbe essere veramente sgomberata da tutto ciò.
Questo apre un'altra questione, ossia che gli esercizi atti a rilassarsi e a facilitare la costruzione delle immagini non sono stati realmente recepiti da me. Funzionano se decontestualizzata e non finalizzati, ma se non facilitano il lavoro seguente, allora significa che non sono fatti nel modo giusto. Chiederò consiglio.