11 novembre 2016

18 tendenze per una presidenza Trump

Caro Diario,
"viviamo in pace grazie al sangue dei nostri soldati" oppure "viviamo in pace grazie al sangue delle persone che i nostri soldati hanno ucciso"?
l'11 di Novembre nei paesi anglosassoni si festeggia il giorno del ricordo. Senza porsi nessuna domanda.
Sempre in questi giorni vi e' una specie di Trumpsteria sul web e non solo.
Gli uni salgono sul carro del vincitore, urlando che loro "lo sapevano".
La vittoria di Trump era inaspettata solo per oligarchi, opinionisti alla loro mercé, radicalchic e via enumerando tutti i virgulti avvizziti e incartapecoriti di un establishment sempre più autoreferenziale e chiuso nel proprio irriducibile elitarismo.
Gli altri sostengono che il sistema sia truccato e che tutto "era calcolato fin dal principio". Altri ancora scendono in strada rifiutando il risultato.
In questo Diario cerchiamo di riflettere sui processi, piu' che sui singoli eventi. Ci poniamo domande e non prendiamo parte.
Nella serie di articoli sul Matto dell'Imbecille abbiamo illustrato diversi di questi trends. avevamo scritto:
Chiunque vinca, ricevera' il compito di portare avanti il Piano Prefissato per due mandati. Qualunque tipo di "Cambiamento rivoluzionario positivo" che il prossimo POTUS si tiri fuori fara' parte di questa agenda. Qualunque cosa succeda nei prossimi mesi e sottolineiamo qualunque, lo si tenga presente.
Vediamo allora come i grandi trends si applicheranno alla amministrazione Trump.



  1. Funzionamento del potere: il presidente degli USA non e' un sovrano assoluto che puo' fare cio' che vuole. Gli Stati (dis)Uniti hanno diverse fazioni interne che lottano per realizzare le loro politiche. Trump non puo' cambiare cio',  tranne che instaurando una dittatura assoluta.
  2. Governo Ombra: Oltre che i poteri visibili vi sono quelli non ufficiali. I burocrati non eletti, i militari di carriera e i rappresentati del potere economico formano un governo ombra che e' perfettamente abile di realizzare i suoi piani, per quanto possa essere ritardato. Per riprendere il potere un presidente dovrebbe sciogliere CIA, NSA et Company e marciare sull'area 51. Non avverra' con Trump.
  3. Guerre Inter-statale: Trump e' una espressione della epoca della Severita' che portera' piu' intolleranza e di conseguenza conflitti. La sua posizione e' quella di volere rinegoziare i rapporto con le altre nazioni per portare piu' vantaggi all'America. Non esattamente un atteggiamento pacifico. Una politica di America First significa benefici per noi americani e caos per tutti gli altri. Non e' esattamente quello che e' successo fino a ora?
  4. Guerra Civile: Gli USA sono una nazione profondamente divisa, Trump e' un sintomo, non la causa di questo. Vi sono gia' disordini in corso, per quanto non cosi' gravi che se avesse vinto la Clinton. Lo sottolineiamo per coloro che adesso si scandalizzano per quattro vetrine rotte: le milizie americane si stavano preparando a marciare armate sulla capitale in caso di sconfitta.
  5. Guerra Sociale: Trump non e' il paladino del popolo Americano, solo di una parte di esso. I bianchi che sono stati esclusi dai benefici della globalizzazione lo hanno portato al potere e riceveranno una parte -piccola- dei dividendi a spese di tutti gli altri. Gli aiuti sociali saranno probabilmente tagliati, i sindacati ulteriormente indeboliti, l'assistenza sanitaria universale annullata. Un massacro sociale.
  6. Guerra con la Russia: durante la campagna e' stato un grande motivo di speranza. Le prime dichiarazioni del presidente eletto sono gia' una marcia indietro. Tuttavia per tornare nella "direzione giusta" ci possiamo aspettare un qualche incidente che dimostri ancora una volta che i Russi sono malvagi pidocchi con cui non si puo' dialogare. Aspettiamo e vediamo. 
  7. Guerra con la Cina: La guerra con il gigante asiatico e' espressione di un conflitto geopolitico, non personale. Trump vuole accelerarlo in quanto considera il Dragone come il principale nemico. Ha detto che la Cina  "is taking our jobs and taking our money".  Continuera' con la politica del Pivot pacifico lanciata da Obama. Nulla di nuovo.
  8. Guerra con l'Iran: anche qui nulla di nuovo. Si ritorna alla famosa lista dei sette paesi da fare fuori prima di passare a Russia e Cina.
  9. Guerra al Terrore e Medio Oriente: l'ISIS e' finito. Viva il Fronte Islamista Guerriero Armato! I terroristi sono troppo comodi per levarli di mezzo. Se c'e' una guerra al terrore in corso si possono incarcerare i dissidenti, invadere altre nazioni, farle a pezzi e reprimere la propria popolazione.  Aspettate e vedrete.
  10. Relazioni con l'Europa:  l'Europa e' una colonia Americana. Dopo avere manifestato il suo amore per il Belgio che e' " una bellissima città”" Trump ha detto: Why is it that Germany's not dealing with NATO on Ukraine? Why is it that other countries that are in the vicinity of Ukraine, why aren't they dealing? Ha quindi aggiunto che si aspetta di essere retribuito per fare il lavoro di poliziotto del mondo. Un'America che chiede il Pizzo a coloro che deve proteggere, rappresenta la perfetta scusa per costruire un esercito Europeo. La NATO potrebbe andare a pazzi in questo contesto, cosa che ufficialmente dispiace ai tedeschi. Dietro le quinte sono perfettamente contenti. Essendo la NATO lo strumento militare fondamentale dell'egemonia americana cio' non e' negli interessi degli USA, o almeno del complesso militare industriale che rappresenta l'unica industria manifatturiera che ancora funziona.
  11. Relazioni con il Messico: Uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale. Nel 2015 scrisse su Twitter:"I love the Mexican people, but Mexico is not our friend. They're killing us at the border and they're killing us on jobs and trade. FIGHT!" . Il Messico -e il Canada!- sono  troppo dipendenti dal gigantesco vicino per reagire e subiranno in silenzio.
  12. Relazioni con Cuba: Immediatamente dopo l'elezione la nazione caraibica ha fatto partire della grandi manovre militari. Un chiaro segnale negativo in un rapporto che iniziava a migliorare dopo anni di blocco totale.
  13. Collasso Economico: Trump vuole infrangere l'equilibrio basato sul debito creato dalla FED e dalle altre banche dopo il 2008 con un gigantesco piano per le infrastrutture. Scoprira' a Gennaio che non vi sono i soldi e dovra' dare la notizia al popolo, potendo dare la colpa a Obama e ai Cinesi.
  14. Supporto delle Elite': Il CEO di JP Morgan e' in discussione per entrare nel suo gabinetto. Il Vice Mike Pence ha votato per la guerra in Iraq. E' stato un sostenitore di tutte le politiche repressive, incluso il Patriot Act. Ha supportato il Nafta e gli altri trattati internazionali. Ha criticato Putin e supportato la no fly zone in Libia. vedremo presto chi sono gli altri membri del team.
  15. Collasso Commerciale: ammesso che le promesse elettorali non vengano rimangiate (vedi sopra), il ritirarsi dalla globalizzazione porterà a un collasso del sistema attuale di commercio. 
  16. Collasso Ecologico: per evitare la catastrofe ecologica occorrerebbe un abolizione immediata del capitalismo con il modello della crescita infinita. Questo non viene proposto da nessuno. Trump vuole abolire diverse riforme ecologiche, levare i sussidi alle industrie verdi e puntare sulle energie fossili.
  17. Collasso Culturale: come scrivevamo nel  Matto dell'Imbecille  la rivolta contro le elite del sapere e' in corso. Giustamente accusate di essere colluse con l'Establishment. La vittoria elettorale dei "Despicables" va di pari passo con  accuse di "marxismo" alla Clinton (che e' tutto tranne che Marxista). 
  18. Collasso informativo: il fallimento del main stream di riportare le notizie per quello che sono sta facendo cadere uno a uno i pilastri dell'informazione mondiale che vengono sostituiti da media che non fanno mistero della loro affiliazione politica. Il caso di Infowars e' emblematico, ma sullo stesso piano abbiamo anche RT o l'italianissima Pandora TV. A nostro Corvide parere lo sbilanciamento di una parte non viene corretto dallo squilibrio opposto. Un vero giornalismo neutrale e' totalmente assente sulla scena.

Conclusione

Questo Diario fa del suo meglio per mantenere l'equilibrio della Bilancia informativa. Siamo contro il sistema di potere vigente ma non aspettiamo nessun miracoloso salvatore. Ci dobbiamo salvare da soli. In molti piu' sensi di come comunemente si pensi.
Donald Trump e' un tipo umorale, che a seconda del momento puo' prendere posizioni molto differenti. Ma, qualunque cosa lui voglia o non voglia la geopolitica, l'ecologia e l'economia continueranno a propellere i grandi meccanismi della storia. Trump si e' dimostrato piu' che abile nel cogliere e rappresentare gli umori altrui. Ora gli sara' presentata la prospettiva segreta.
In conclusione: la terza Guerra Mondiale si fa, ma ora c'e' piu' incertezza sul come rispetto a prima.