02 novembre 2016

Meglio Donald Trump che l'infida Hillary Clinton

Una lucida analisi che porta a "meglio il male evidente" che quello mascherato. Da vedere.

Visto che gli Stati Uniti d'America si fregiano di essere la più grande democrazia del mondo, tanto da volerla esportare, la propria democrazia, pochi giorni prima delle elezioni presidenziali 2016 che eleggeranno il nuovo Presidente USA tra Donald Trump e Hillary Clinton, è legittimo chiedersi: con quanta affluenza gli elettori americani vanno oggi alle urne? È bassa, bassissima: siamo poco oltre il 60%. Però esiste un collegamento diretto tra qualità dell'istruzione e partecipazione dei cittadini alla vita politica.


 Istruzione e coinvolgimento culturale è un argomento sul quale molti pensatori hanno riflettuto e continuano a riflettere. Secondo Bertrand Russel ogni persona, attraverso la cultura e quindi attraverso l'esercizio del "pensare", deve ritenere possibile la realizzazione del bene comune. Obiettivi che però si scontrano con quelli delle classi dominanti. I dominanti riescono facilmente a far utilizzare ai dominati le proprie mappe culturali, perché i dominati non sono più in grado di crearsi le proprie, in una unica grande narrazione che legittima i rapporti di forza così come sono. Accettando le mappe culturali dei dominanti, i dominati accettano anche il loro dominio. 

Valerio Lo Monaco, direttore responsabile de La Voce del Ribelle, traccia il contesto entro cui leggere le nuove elezioni presidenziali USA 2016, arrivando ad affermare che il male minore, oggi, è rendere più evidente il male stesso. E che quindi, piuttosto che la beneducata ma infida Hillary Clinton, è meglio, molto meglio il tracotante ma scoperto Donald Trump.